Onorevoli Colleghi! - Nel 2009 ricorre il quarto centenario delle prime osservazioni astronomiche con un cannocchiale, che consentirono a Galileo Galilei di verificare, attraverso fondamentali scoperte scientifiche (quali la natura montuosa della Luna, i quattro satelliti di Giove e stelle prima sconosciute), la validità del sistema copernicano. La presente proposta di legge, quindi, raccogliendo anche le sollecitazioni delle istituzioni culturali e scientifiche italiane e l'appello rivolto dall'Unione astronomica internazionale al nostro Paese, ha lo scopo di dedicare l'anno 2009 alla celebrazione e allo studio della vita e delle opere dello studioso pisano, che ha inciso in maniera decisiva sul cambiamento del pensiero e della vita degli uomini, come scienziato, ma anche come filosofo e letterato. Galileo Galilei è considerato da molti il padre del pensiero scientifico moderno, un personaggio al quale la cultura scientifica deve certamente moltissimo. Ecco cosa viene detto in proposito da A. Einstein e L. Infeld: «La scienza collegante teoria ed esperimento non data realmente che dagli scritti di Galileo». Galileo è stato uno dei primi scienziati ad avere inteso veramente la scienza non più in termini qualitativi, ma in una visione quantitativa: misurare i fenomeni, osservare con qualunque mezzo ciò che è possibile, cercare di inserire in un contesto organico e coerente le osservazioni. La straordinaria modernità di Galileo secondo alcuni consiste non tanto «nell'aver scoperto questa o quella legge fisica, ma quanto più nell'aver ideato il contesto culturale nel quale le stesse leggi andavano inserite». La sua grandezza è nell'averci insegnato il rispetto della natura e delle sue leggi, un modo di avvicinarsi

 

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ad essa senza pregiudizi, con umiltà e stupore; non con la pretesa di dominarla, ma per conoscerla e usare le opportunità della conoscenza per migliorare le condizioni di vita di noi tutti.
      Galileo nasce, il 15 febbraio 1564, a Pisa da nobile famiglia fiorentina. Il padre Vincenzo è un insigne musicista e teorico della musica. Quindi a Firenze, dove la famiglia si trasferisce nel 1574, Galileo riceve una raffinata educazione di stampo prevalentemente artistico e letterario. Poi è avviato allo studio della medicina. Così nel 1581 Galileo entra all'università di Pisa, dove segue i corsi dei maestri aristotelici, legge Platone e Aristotele, e soprattutto approfondisce lo studio della matematica.
      È di quegli anni la prima scoperta: la legge dell'isocronismo del moto pendolare, compiuta, secondo il tipico processo galileiano, osservando oscillare una lampada nel duomo di Pisa. Nel 1585 lascia Pisa senza conseguire alcun titolo accademico, e torna a Firenze. Qui, approfondendo sempre più lo studio della geometria, in particolar modo di Archimede, giunge sia alle fondamentali ricerche sul baricentro dei solidi, sia all'invenzione della bilancetta idrostatica. Intanto, come rivelano i suoi scritti letterari, le «Due lezioni all'Accademia fiorentina circa la figura, sito e grandezza dell'"Inferno" dantesco», le «Postille all'Ariosto», le «Considerazioni al Tasso», non viene meno in lui quell'amore per le lettere che continuerà a coltivare per tutta la vita.
      Grazie all'appoggio dell'astronomo e matematico Guido Dal Monte, ottiene nel 1589 la cattedra di matematica nello Studio di Pisa. Spinto da una forte insoddisfazione nei confronti della scienza aristotelica, intraprende, «con grande scontento di tutti i filosofi» nemici delle novità, le ricerche sul moto e inizia a scrivere il «De motu», rimasto a lungo inedito. Quindi nel 1592, desideroso di migliori condizioni economiche e lavorative, riesce a farsi assegnare la cattedra di matematica allo Studio di Padova. E vi rimane per diciotto anni, gli anni più sereni e felici della sua vita. Stringe rapporti con gli uomini di cultura più in vista (soprattutto con Paolo Sarpi) e relazioni epistolari con i maggiori scienziati europei, Keplero, Gassendi, Welser. Vari e ricchi sono gli interessi di questo periodo padovano. In seguito alla riscoperta e al perfezionamento del cannocchiale, nel 1609 compie il passo decisivo che lo avvia a verificare la validità del sistema copernicano, di cui da tempo è oramai convinto. Rivolgendo lo strumento al cielo e applicandolo all'osservazione dei fenomeni celesti, compie una serie di scoperte che all'inizio del 1610 vengono presentate alla comunità scientifica internazionale nel «Sidereus Nuncius», dedicato al granduca di Toscana, Cosimo II de' Medici.
      L'opera fa acquistare a Galileo un prestigio tale che viene nominato primario matematico e filosofo granducale, senza obbligo di insegnamento e a onorevoli condizioni economiche. In quello stesso anno scopre gli anelli di Saturno, le macchie solari, le fasi di Venere. Poi, spinto dalla necessità di staccarsi dal retrivo ambiente accademico e dalla possibilità di dedicarsi con maggiore libertà alle sue ricerche, torna a Firenze. Nel 1611, dopo aver ottenuto le adesioni dei maggiori astronomi e matematici del tempo, va ad illustrare le sue scoperte, duramente osteggiate dagli scienziati tradizionalisti, proprio a Roma, ove ottiene l'approvazione dai Gesuiti del Collegio romano, probabilmente ancora inconsapevoli delle implicazioni del programma galileiano. Ma già si destano i primi sospetti di eresia da parte dell'Inquisizione.
      Galileo, dal canto suo, accentua la polemica antiaristotelica contro la scienza ufficiale. Prima, nel 1612, pubblica il «Discorso intorno alle cose che stanno in su l'acqua o che in quella si muovono». Poi, nel 1613, entra in polemica diretta con un gesuita nelle tre lettere indirizzate a Marco Welser, edite con il titolo l'«Istoria e dimostrazione intorno alle macchie solari e loro accidenti». Inoltre, prima di stendere la grande opera sul sistema copernicano del mondo, si trova costretto a porre i limiti tra scienza e fede. E nelle quattro famose «Lettere copernicane» viene a rivendicare
 

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l'indipendenza della scienza dalla religione e il diritto alla libera ricerca scientifica. Così, nonostante gli amici influenti, il 24 febbraio del 1616, da un decreto del cardinale Bellarmino, Galileo viene ammonito ad astenersi, pena il carcere, dal professare e dall'insegnare la teoria copernicana, in quanto inconciliabile con la fede cattolica.
      Profondamente amareggiato, tuttavia saldo nelle proprie convinzioni, riprende la polemica, e con «Il Saggiatore» risponde al trattato «Libra astronomica ac philosophica», scritto nel 1618, in occasione della comparsa di tre comete, dal gesuita Orazio Grassi. Sulla scia del grande successo conseguito con «Il Saggiatore», suo capolavoro polemico, e sperando in una maggiore apertura della Chiesa verso la nuova scienza, nel 1624 intraprende la composizione del «Dialogo dei Massimi Sistemi». Dopo una stesura protratta per anni e dopo vari negoziati e aggiustamenti per ottenere il permesso di stampa, nel febbraio del 1632, esce il capolavoro della letteratura scientifica di ogni tempo. Ma la carica rivoluzionaria dell'opera scatena immediatamente la reazione dell'Inquisizione, che sequestra il libro e ordina all'autore di recarsi immediatamente a Roma, dove Galileo, «veementemente sospetto d'eresia», viene processato e condannato per aver disobbedito all'ingiunzione del 1616. Nel 1633, dopo cinque mesi, il processo si conclude con la sentenza che proibisce il «Dialogo», con l'abiura e con la condanna al carcere formale. Grazie al suo prestigio internazionale e al suo atto di sottomissione, Galileo non viene incarcerato, ma relegato, prima a Siena presso l'arcivescovo Ascanio Piccolomini, e poi nella villa di Arcetri, presso Firenze, dove muore l'8 gennaio 1642, non senza avere portato a termine molti fondamentali studi di astronomia e matematica. Solamente nel 1736 le sue spoglie vengono deposte nella basilica di Santa Croce a Firenze.
      Come si vede la vita di Galileo si snoda fra tre importantissime città d'arte e di cultura: Pisa, Firenze e Padova, che sono individuate quali sedi principali delle iniziative legate all'anno di Galileo. Quanto alla scelta del 2009, questa si giustifica, come espressamente indicato nell'articolo 1 della proposta di legge, perché proprio in quell'anno lo studioso pisano compie i principali studi che dimostreranno la validità del sistema copernicano.
      Nell'articolo 1 della presente proposta di legge, dunque, oltre all'indicazione del 2009 quale anno di Galileo Galilei si individuano le risorse per fare fronte agli eventi a esso legati. L'articolo 2 istituisce il Comitato per le celebrazioni dell'anno di Galileo Galilei, affidandone la presidenza al Ministro per i beni e le attività culturali e prevedendo la rappresentanza di Pisa, Firenze e Padova, oltre che delle regioni Veneto e Toscana, delle università che hanno sede nelle tre città di Galileo e dell'Unione astronomica internazionale. Al Comitato è affidato, naturalmente, il compito di individuare e di organizzare tutti gli eventi dell'anno galileiano. Con l'articolo 3, infine, si provvede alla copertura finanziaria.
 

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